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Smalti

La caratteristica degli smalti per il Raku è il loro basso punto di fusione, e il numero limitato degli elementi che li compongono, come carbonato od ossido di piombo, borace, colemanite, caolino, silice.

Le fritte macinate a base di piombo o borace, singole o in combinazione, possono essere usate, e si trovano presso i rivenditori o direttamente presso le fabbriche di materiali per le industrie ceramiche.

Anche uno smalto per maiolica può essere usato ma, essendo troppo coprente, sarà bene tagliarlo con un 50% di cristallina piombica, sodica o boracica, per renderlo più trasparente e più soffice.

Nel Raku tradizionale giapponese lo smalto, in effetti, è una cristallina o vernice con una percentuale trascurabile di materiale opacizzante.

Lo smalto-vernice base può essere colorato con l’aggiunta di ossidi metallici. La cottura degli smalti si aggira tra gli 850°-950°C circa, a seconda della quantità di fondente contenuto nello smalto. Si possono anche preparare smalti e vernici che fondono tra i 700°-750°C perché ricchi di materiale fondente.

Nel Raku si possono usare smalti e vernici (trasparenti e colorate) che si trovano in commercio, i quali fondono ad una temperatura tra gli 850°-900°C, con la possibilità di apportare modifiche per variarne la natura, e la temperatura di fusione.

E’ bene però che ciascun ceramista usi i propri smalti, perché conosce gli elementi che li compongono e le possibilità eventuali di cambiarne la natura.

Nel Raku bisogna anche accettare la possibilità che il risultato di uno smalto o di un colore, non sia uguale a quello che contavamo di ottenere. Il Raku non dà risultati sempre costanti, e questa é la bellezza di tale tecnica, dove ci si affida all’improvvisazione della natura e alla possibilità di inventare soluzioni, nel momento in cui l’operatore estrae i pezzi dal forno.

Si può prevedere il risultato di uno smalto, anche con una certa precisione, se per ogni pezzo viene annotato: smalto, ossidi, tipo e tempi di riduzione od ossidazione ecc. Ma questo non fa parte del nuovo modo di fare Raku, dove inventiva ed improvvisazione son un po’ la regola.

La bellezza del Raku sta nell’inventare le operazioni da fare in quel momento, nel lavoro di gruppo e nell’immaginare, osservando un oggetto, quale processo si sia potuto verificare per ottenere quei determinati colori ed effetti di lustri e riflessi sulla sua superficie.

Raku è soprattutto gioia di sperimentare. In questo modo si é evoluto e modificato, negli Stati Uniti, questo antico modo di fare ceramica, portandolo fuori dalle rigide regole imposte in Giappone dai maestri della cerimonia del tè.

Gli smalti per Raku vanno applicati abbastanza spessi, oppure nel modo che si ritiene più opportuno per ottenere determinati effetti.

I pezzi possono essere smaltati per immersione (fig. 90), a pennello, a spruzzo o per aspersione.

Allo smalto è bene mischiare un po’ di colla arabica (due-tre cucchiai per litro) per evitare che lo smalto possa pelarsi nel momento in cui viene messo nel forno caldo.

I vasai giapponesi usano colle a base di alghe marine, oppure bollono in acqua queste piante per circa trenta minuti; il liquido ottenuto viene aggiunto agli smalti. E’ opportuno prepararli nella quantità necessaria; é bene conservare la rimanenza in recipienti ben chiusi.

Spesso il pezzo non viene smaltato interamente, per poter apprezzare anche le parti naturali dell’argilla, che reagisce anch’essa in modo diverso, a seconda del tipo più o meno forte di riduzione a cui é stato sottoposto l’oggetto.

Alcuni smalti-vernici sono a base piombica o alcalina, piombico-alcalina o boracica, senza aggiunta di alcun colorante: questi smalti sono quelli tipici usati dal vasaio giapponese.

Altri invece sono preparati con l’aggiunta di ossidi coloranti che ne determinano il colore, a seconda dell’atmosfera ossidante o riducente a cui sono stati sottoposti.

Qualsiasi colorante può essere usato e le formule possono essere modificate cambiando la percentuale e il tipo di ossido colorante.

Anche la natura dello smalto può essere modificata, sostituendo il materiale nella stessa percentuale, con un altro che abbia le stesse funzioni. Per esempio é possibile sostituire un fondente piombico con uno boracico e così via.

Tutti i materiale per preparare uno smalto, vanno pesati allo stato secco, mescolati con l’acqua e la colla e passati attraverso un setaccio fine. Se lo smalto tende a depositarsi sul fondo del recipiente, aggiungete alcune gocce di aceto; aiuta a ternerlo in sospensione.

Fonte: Nino Caruso Ceramica Raku 2^Ed

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